"Mutevoli labirinti di forme: Natura e Metamorfosi"

 

"Mutevoli labirinti di forme: Natura e Metamorfosi"

a cura di G. Perletti ed. Elephant & Castle 2011

 

 

"Tutti credevano di sapere cosa fosse la germinazione di un seme e nessuno riteneva più degno d'attenzione un fenomeno così banale. Ma ecco che, sullo schermo, un volgare fagiolo ingrandito duecento volte nello spazio, accelerato diecimila volte nel tempo, si gonfia con tutta la forza vitale, sussulta nei tormenti del parto, si distende e si contrae per lo sforzo, si corruga per lo sfinimento, e finalmente si lacera, esplode, lascia spuntare uno stiletto, un verme, un dito, come il becco di un pulcino che esce dal guscio. Il becco si apre in due tentacoli che si allungano, esitano, tentennano, esplorano, imparano a distinguere l'alto dal  basso, a scegliere tra luce ed oscurità, tra ciò che per loro è bene o è male, e costruiscono in tal modo un sistema di universo semplice, ma sufficiente e necessario per dirigervi i loro movimenti. (....) Vista attraverso il cinematografo la germinazione non è un mistero nè un miracolo; è il mistero di cento misteri, il miracolo di mille miracoli. Si tratta di botanica o di chimica e di matematica, di psicologia e di fisica, di geometria e di meccanica insieme? Non solo la vita è dappertutto, ma anche l'instinto, l'intelligenza e l'anima lo sono.  ( Epstein 2002: 173-174).

 

"Ora voi comprenderete che c'è la vita in queste piante che calpestate e credete insensibili.Voi lo credevate, signore, perchè esse non hanno modo di lamentarsi.." H. Landecker 2005

 

" La macchina da presa scoprì al tempo del muto un mondo nuovo" mostrando "oggetti e fatti che prima ci erano sconosciuti : le avventure degli insetti nella immensa foresta vergine di un prato, il dramma delle galline in un angolo di corte o la vita erotica dei fiori", ovvero" le occulte radici della vita che già conoscevamo o che credevamo di conoscere" (Balàzs 1949)

 

" I ralenti e l'accelerazione rivelano che non ci sono più frontiere tra i regni della natura.  Tutto vive i cristalli crecono. Che cos'hanno di diverso i fiori dei nostri più nobili tessuti? E la pianta che rivolge il suo stelo, che apre e chiude la corolla, che piega gli stami con i pistilli, non ha forse accelerata, non ha forse la stessa qualità di vita del cavallo e del suo cavaliere, che a ralenti, planano sull'ostacolo e  si piegano l'uno sull'altro? (Epstein, 2002)